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Karl Jaspers attraversò il Novecento, e lo fece dispiegando diverse sensibilità e competenze: da medico e psicopatologo, da filosofo dell'esistenza, da osservatore della storia e delle trasformazioni sociali e politiche. Fu ricettivo rispetto a tradizioni di studio autorevoli e correnti di pensiero in formazione, entrò in dialogo, diretto o mediato dagli studi, con alcune tra le voci più significative e influenti della cultura tedesca del secolo, da Dilthey a Weber, dai circoli di sociologi a quelli letterari e kierkegaardiani, dall'indirizzo fenomenologico alle scuole psichiatriche. Di questa ampiezza di studi e versatilità di pensiero sono testimonianze le plurime candidature al Premio Nobel che Jaspers attirò, pur senza mai arrivare a vincere l'ambito riconoscimento. Di questo intreccio di "influssi e interferenze" si occupa il volume VIII (2020) della rivista «Studi jaspersiani» dedicato a documentare il rapporto di Karl Jaspers con i suoi contemporanei. Ne risulta un viaggio attraverso il secolo che è anche un percorso di scoperta attraverso le discipline, e insieme traccia del cammino di un uomo mosso dal desiderio filosofico più originario: continuare a conoscere l'uomo.